venerdì
5 settembre 2003
La lotta che, dall’aprile 2001, state portando avanti contro tutti i dirigenti della società è un esempio per noi e per tutti gli sfruttati. Le vostre sommosse ininterrotte hanno dimostrato che il terrorismo dello Stato e dei gruppi integralisti, alleati da un decennio nel massacrare i poveri a beneficio dei ricchi, non ha piegato la vostra fierezza. Avete capito che di fronte al colera della dittatura militare e alla peste del fondamentalismo islamico, l’unica cosa da scegliere è la rivolta aperta. All’unione di due capitalismi, quello liberale che licenzia in massa e privatizza e quello socialista-burocratico che tortura e assassina, avete risposto con l’unione di una lotta generalizzata.Immaginiamo cosa vuol dire per uno Stato e i suoi poliziotti trovarsi di fronte una massa di rivoltosi i cui striscioni avvertono, come è successo ad Algeri nel giugno del 2001, “Non potete ucciderci, siamo già morti”.Immaginiamo appena, invece, cosa vuol dire una regione di qualche milione di abitanti, come la Cabilia, in cui i gendarmi vivono asserragliati nelle caserme, messi “in quarantena” dalla popolazione insorta, in cui le elezioni sono disertate in massa, le urne elettorali e le sedi dei partiti politici bruciate; in cui i municipi rimangono deserti, sbarrati. I politici che siedono in parlamento con zero voti ottenuti hanno rivelato a tutti la menzogna della democrazia rappresentativa e l’arroganza di un potere sempre più mafioso.Siete riusciti a spezzare i piani di chi voleva dare alla vostra lotta un’immagine particolarista e regionalista.
Il contenuto universale delle vostre rivendicazioni – come quella del ritiro immediato e non negoziabile della gendarmeria – non è più mascherabile.
L’autonomia del vostro movimento, organizzato in modo orizzontale negli Aarch (assemblee di villaggio), non può che alleare contro di voi tutti i dirigenti della società algerina e i loro complici degli altri paesi. Una rivolta senza capi e senza partiti non troverà nemmeno i favori dei professionisti della solidarietà internazionale, privati in questo caso di figure carismatiche o sottocomandanti da idealizzare. Avete potuto finora contare solo su di voi. E la repressione incalza, con centinaia di morti, migliaia di feriti e di invalidi a vita, tantissimi dispersi, con la tortura e l’arresto di molti delegati degli Aarch e manifestanti. Con i prigionieri in sciopero della fame e tanti insorti costretti alla clandestinità.
È ora che la radicalità di quello che avete già fatto trovi altri complici nel mondo, per spezzare l’embargo informativo e la violenza assassina dello Stato. Le pallottole che vi colpiscono sono pagate anche dal governo e dalle industrie italiani, Eni in testa. Le armi che sparano contro le vostre manifestazioni sono spesso di fabbricazione italiana.
CHE LA VOSTRA RIVOLTA ESPLODA OVUNQUE.
Alcuni amici degli Aarch
http://digilander.libero.it/asaka/L...
L'Actualité de l'Anarcho-syndicalisme sur votre
site : backend.php3.
Site developpé avec SPIP,
un programme Open Source écrit en PHP
sous licence
GNU/GPL.