mercredi
2 décembre 2009
Almeno 6 compagni anarchici serbi, tra i quali diversi membri della sezione serba dell’A.I.T. (Associazione Internazionale dei Lavoratori) e il segretario stesso della nostra organizzazione internazionale, sono stati arrestati il 4 settembre scorso a Belgrado.
Da allora sono reclusi nel segreto più assoluto senza alcun contatto con l’esterno. Tutte le comunicazioni sono loro interdette. Contro di loro capi di imputazione particolarmente gravi tra i quali quello di terrorismo internazionale. Più o meno. E perchè ? Per qualche A cerchiata scritta sui muri dell’ambasciata greca a Belgrado il 25 agosto scorso, accompagnata dal lancio di due bottiglie incendiarie che fra l’altro non hanno nemmeno funzionato. Dopo quello che è accaduto in un passato molto recente nella vicina Jugoslavia, l’accusa può sembrare ridicola se non fosse per quello in cui potrebbero incappare i compagni : potenzialmente almeno 15 anni di prigione.
E la circostanza che l’azione sia stata rivendicata da un gruppo anarchico senza alcun rapporto con i nostri compagni non cambia la questione : lo stato serbo cerca a tutti i costi di trovare un colpevole !
Questi arresti sono stati effettuati senza alcuna prova e fondati su delle accuse poliziesche menzognere, non diversamente dagli arresti che si stanno verificando da più di un anno in Francia. Va detto che in Serbia il processo di privatizzazione selvaggia che è seguito al crollo del regime comunista dopo Milosevic, fa crescere la disoccupazione e la povertà di sempre più ampi strati della popolazione, il tutto con l’appoggio dei partiti politici di tutte le tendenze e la confusa benedizione dei sindacati ufficiali.
I compagni di Iniziativa Anarcosindacalista (ASI-AIT) sono una delle rare voci che si fanno sentire per sfidare e organizzare un contrattacco su delle basi anticapitaliste e antinazionaliste chiare.
Questo nuovo episodio di attacco da parte dello Stato contro gli anarchici e gli anarcosindacalisti in Serbia è certamente uno dei più violenti. Il governo cerca di mettere a tacere questi rompiscatole approfittando della situazione per trasformare il trattamento riservato ai compagni in un esempio. Di fronte a processi che si annunciano e che rischiano di essere lunghi e costosi lanciamo una campagna di solidarietà finanziaria analoga a quella già attivata nel precedente mese di maggio, quasi un presagio di quello che sta accadendo oggi. I loro tentativi di intimidazione non ci faranno né tacere né rinunciare.
Viva l’anarcosindacalismo !
Viva l’Associazione Internazionale dei Lavoratori !
Per la rivoluzione anarco comunista espropriatrice !
Solidarietà anazionale !
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